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 | Asunto: | [001] COMUNICATO STAMPA di Service Comunication S.r.l 27/05/2007 | Fecha: | 2 de Junio, 2007 17:29:22 (+0200) | Autor: | ANTENNA <info @...............it>
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COMUNICATO STAMPA di Service Comunication S.r.l 27/05/2007
I DIRIGIBILI: PRO E CONTRO DI UN SETTORE IN RAPIDA ESPANSIONE
La tavola rotonda di questa mattina ha confermato l’esistenza di enormi margini
di crescita per il settore dei dirigibili, una tecnologia che offrirà importanti
sbocchi per quanto riguarda il mondo dell’imprenditoria ravennate
Si è svolta questa mattina presso la sala Cavalcoli della Camera di Commercio
una tavola rotonda sul tema: “Dirigibili: nuove tecnologie e opportunità per
l’economia”, un incontro promosso ed organizzato dalla Facoltà di Ingegneria
dell’Università di Bologna, l’AIDAA, la Blu Nautilus, l’Antenna Italiana nel
Mondo e l’Aero Club di Ravenna a cui hanno partecipato anche sei classi del Liceo
Classico “Dante Alighieri” di Ravenna.
“Agli inizi del novecento – spiegava il Prof. Franco Persiani, Preside della II
Facoltà di Ingegneria all’Università di Bologna – l’uomo iniziava a volare: da
allora i progressi che ha compiuto in questo senso sono sotto gli occhi di tutti,
ed ancora non sono state esplorate tutte le prospettive che questo settore ci
offre. Qui sta proprio l’importanza di organizzare convegni come questo, che ci
aprono gli occhi circa le immense possibilità che questo tipo di velivoli, i
dirigibili, potranno avere nella nostra vita in futuro”.
Un convegno che Natalino Gigante, vicepresidente della Camera di Commercio di
Ravenna, ha fortemente caldeggiato perché, commentava, “da che mondo è mondo
questi maestosi velivoli hanno sempre stuzzicato la curiosità e la fantasia
dell’uomo: per questo fa ancora più piacere notare che abbiano partecipato così
tanti studenti. Siamo di fronte ad una riflessione storica ma che ha già tanti
spazi rivolti verso il futuro”.
Anche per Daniele Bondoli, consigliere dell’Aeroclub di Ravenna, le prospettive
di crescita di questo settore sono in forte espansione: “E finalmente negli
ultimi anni siamo tornati a parlare di aeroportualità associando questo concetto
all’aeroclub di Ravenna: la nostra zona è fortemente strategica, e di tanti
aeroporti credo che nessuno avrebbe migliori condizioni di ricettività per
candidarsi ad ospitare una scuola di volo, oppure le stesse officine meccaniche.
E se a Ravenna e a Forlì ci sono già grandi aziende che costruiscono gli yacht,
non vedo perché non si dovrebbe ripetere questa esperienza anche per quanto
riguarda i dirigibili. Certo è – conclude Bondoli – che auspichiamo che progetti
di questo genere possano godere del sostegno delle pubbliche amministrazioni”.
“E non solo del loro – gli fa eco Edoardo Godoli, vicepresidente di Antenna
Italiana nel Mondo –: oltre al pubblico serve sempre anche l’interessamento del
privato. Con iniziative di questo tipo, infatti, noi miriamo a dare vita ad un
distretto aeronautico in cui possa realizzarsi un’intermodalità tra l’Aeroporto
della Spreta, la Darsena ed il porto, in maniera tale che possano sorgere
attività imprenditoriali sempre nuove e sempre più redditizie”.
“Dal canto nostro – è il parere di Fausto Bianchini, Amministratore Delegato
della Blu Nautilus – l’idea di dare continuità ad un lavoro ormai pluriennale è
sfociata nell’evento che si svolgerà il prossimo mese di settembre, denominato:
‘Ravenna Fly Festival’. All’interno di questa kermesse ci sarà, quindi, sia una
tappa imprenditoriale, sia anche un momento più spettacolare: l’invito che
rivolgo a tutti è quello di partecipare, di essere presenti”.
Tuttavia il mondo dei dirigibili si basa ancora su confini estremamente labili:
la ricerca, in questo settore, è ancora in corso e la valutazione tecnica sulle
prestazioni dei cosiddetti ‘pachidermi dell’aria’ deve tenere conto di parecchie
incognite. Insomma, a proposito dei dirigibili ci si divide manicheisticamente
tra entusiasti sostenitori o profondi detrattori. “Ed invece – interviene il
prof. Antonio Castellani, Segretario Generale dell’AIDAA – sarebbe opportuno
scegliere una via mediana, in maniera da valutare in maniera critica pro e contro
di questa tecnologia. Si sa, la caratteristica che da sempre influisce sulle
prestazioni dei dirigibili è il peso del velivolo: e se le macchine del passato
non hanno mai potuto oltrepassare la soglia dei 6.000 metri, oggi, con l’impiego
di nuovi materiali esterni (come il mylar e il nylon) e l’uso di gas aventi
densità minore dell’aria che siano diversi dall’idrogeno (mi riferisco all’elio)
si può portare il mezzo a toccare quota 10.000 metri. Sul tappeto, però, resta il
problema di rendere sempre più sicuro il controllo del dirigibile: su questo
tavolo si giocherà nei prossimi anni la partita decisiva”.
“Anch’io faccio parte della schiera dei cosiddetti entusiasti critici –
commenta Nicola Masi, presidente dell’Associazione Archimede – cioè ritengo che i
dirigibili non siano una tecnologia del passato ma esistano e abbiano importanti
sbocchi per quanto riguarda il mondo del lavoro: a differenza degli aeroplani
permettono di volare basso e a velocità ridottissime, hanno un basso impatto
ambientale ed elevate capacità di carico, così come hanno un’ampia autonomia e
durata in volo. E poi va sfatata l’idea che non siano sicuri: l’uso dell’elio
invece dell’idrogeno, la bassa velocità e la possibilità di effettuare
riparazioni in volo o la stessa scarsa sensibilità alla nebbia rendono gli
incidenti sui dirigibili quelli a minor letalità per quanto riguarda i
velivoli”.
Certamente del gruppo degli “entusiasti” dei dirigibili deve fare parte anche
l’Ing. Piero Pelagalli: non a caso il gruppo imprenditoriale di cui fa parte,
l’azienda italo-britannica SGL Avio-costruzioni, ha puntato forte su questo tipo
di tecnologia, ed in particolare sullo SkyCat, “un velivolo ‘ibrido’ progettato
principalmente per il trasporto merci, ma che può avere interessanti applicazioni
anche nel settore del turismo. Lo definiamo ‘ibrido’ in quanto è una macchina più
pesante del volume d’aria spostata, un velivolo che deriva la forza sostentatrice
per il 60% dalla spinta aerostatica e per il rimanente dalla portanza
aerodinamica”. Grazie a questo tipo di caratteristiche, continua l’ingegnere, “lo
SkyCat non necessita né di una squadra di terra né di una movimentazione di
zavorra durante le operazioni di carico e scarico della merce”.
E non è tutto: ciò che rende veramente unico questo velivolo si riferisce
proprio alla sua conformazione, in cui la flessibilità dell’involucro (quindi
diverso da quella tipicamente fusiforme dei dirigibili tradizionali) gli permette
di avere “una manovrabilità unica nel panorama dei dirigibili: SkyCat utilizza un
sistema di atterraggio a cuscino d’aria, simile ad un hovercraft, che gli
consente di decollare ed atterrare su ogni superficie abbastanza piana, anche se
non pavimentata, comprese acqua e neve”. Tutte caratteristiche, conclude
Pelagalli, che rendono lo SkyCat un velivolo di capacità uniche, che si prevede
possa aprire un nuovo mercato nel trasporto merci aiutando, nel contempo lo
sviluppo economico di quelle regioni che hanno problemi di accessibilità”.
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